![]() |
|||||||||||||||||
![]() |
|||||||||||||||||
IL SENTIERO DEI FORTINI BORBONICI DI ANACAPRI |
|||||||||||||||||
Sottostante la famosa Villa imperiale di Damecuta, ai confini con Villa Galatà, dopo una breve scala, si intravede il primo fortino: il Fortino di Orrico proteso sulla Punta del Miglio. Da una parte le rocce frastagliate che si infrangono sul mare e dall'altra una distesa di macchia mediterranea come il lentisco, il mirto, il ginepro, le ginestre, il pino marittimo, il rosmarino, l'enphorbia ed anche rarità naturalistiche come l'asperula, la campanula fragilis, la lithodora. Tale macchia si è insediata su una roccia calcarea resa frastagliata dalla presenza di fiordi che si sono formati in seguito ai fenomeni erosivi causati dalle acque piovane. La forza del vento ha creato delle figure surreali. Questo fortino è stato protagonista di un episodio bellico, la famosa Presa di Capri. Alcuni anni dopo la sfortunata conclusione della Repubblica Napoletana del 1799 e la durissima repressione borbonica, nel 1806 Ferdinando IV lasciò Napoli nelle mani di Napoleone. Tuttavia Capri rimase nelle mani di Ferdinando IV sotto la protezione della flotta inglese e dell'ammiraglio Orazio Nelson. I francesi non tolleravano che l'isola fosse nelle mani dei Borboni e degli inglesi e così mandarono il capitano Chevret ad occuparla. Da qui si iniziarono a costruire le fortificazioni, ma pochi mesi dopo, gli inglesi si impadronirono dell'isola in un solo giorno e vi lasciarono come governatore il futuro carceriere di Napoleone a S. Elena, il colonnello Sir Hudson Lowe. Il 4 ottobre del 1808 circa 2000 uomini al comando del generale Lamarque e dal capitano Colletta, sbarcarono a sorpresa ad Orrico e a Gradola sorprendendo gli inglesi privi di cannoni. Dal Fortino di Orrico si intravede la struttura in pietra del Fortino
di Mesola che ben si mimetizza con il paesaggio roccioso. Questo fortino
detto anche di Campetiello domina sia la Cala del Rio, dove si distende
l'affascinante piscina dell'ex Villa Rovelli e la Cala del Latino.
Per la sua posizione è quello più importante. Si tratta di una struttura
simmetrica con due piccoli vani rettangolari aderenti ad un vano di
maggiori dimensioni chiusi da una semicirconferenza di alte mura.
Vi è anche un locale accessibile da una scala in pietra che presenta
una volta a botte per accogliere i soldati. Si prosegue nel tratto più selvaggio dell'itinerario fino all'imbocco
della Cala di Mezzo con una suggestiva passerella che si congiunge
ad una scaletta in pietra. L'arsura del luogo, è sempre consigliabile
portare con sé dell'acqua, mista ai profumi balsamici delle varie
piante, introducono il Fortino di Pino riflesso in un'acqua turchese
nella Cala del Tombosiello. Una ripida salita porta al versante della
Punta Carena, in cui domina il Faro e dove al tramonto tutto si tinge
di rosso porpora. |
|||||||||||||||||
SCHEDA TECNICA
|
|
||||||||||||||||
![]() |
|||||||||||||||||
![]() |